“Pomigliano,
l’Aeroporto che non c’è più – L’Aeroporto di Pomigliano d’Arco, 1 Aprile 1939 –
28 Aprile 1968” di Luigi Iodice e Fiorentino Panico, IBN Editore, 2014.
Ho partecipato a Pomigliano d’Arco, lo scorso giovedì 11
dicembre 2014, alla presentazione di un libro secondo me importante, perché ben
fatto e perché riempie un vuoto. Mancava infatti una storia dettagliata e
documentata dell’aeroporto che faceva parte integrante dello stabilimento Alfa
Romeo di Pomigliano d’Arco ma che è servito anche a altri scopi, nei suoi trent’anni
di storia. Una storia che comincia con la fondazione dello storico stabilimento
Alfa Romeo e si conclude con la fondazione, su quel sedime, dell’Alfasud.
Era un vuoto da riempire perché troppi hanno dimenticato l’esistenza
stessa dell’aeroporto, compresi abitanti del posto e persone che lavorano oggi
nel comprensorio industriale di Pomigliano e neppure si chiedono perché una
certa strada si chiami “Ex Aeroporto”. E’ anche significativo perché, come è
stato osservato nel corso della presentazione, la perdita dell’aeroporto ha
inficiato le possibilità di crescita dell’industria aeronautica dell’aerea. Il riferimento
all’ATR e al diverso ruolo di Pomigliano e Tolosa nel progetto sono subito
emersi evidenti. Entra nel discorso l’osservazione, che è storia anche questa,
che a Pomigliano mancano progetti interamente nuovi d’aeroplani ormai da almeno trent’anni.
Un momento della presentazione, presso "La Distilleria - Culture District" di Pomigliano d'Arco |
Gli autori, entrambi pomiglianesi d’origine, vantano
cospicui curriculum nell’ambito dell’industria aeronautica e dell’aviazione
civile e militare italiana, per cui hanno le competenze necessarie per trattare
i dettagli tecnici della storia che ricostruiscono assieme alla passione
necessaria per scavare nei ricordi dei testimoni e negli archivi.
Il discorso sull’aeroporto non può restare avulso dalla
descrizione del grande impianto industriale di cui faceva parte,
all’avanguardia per i suoi tempi anche perché integrava un importante progetto
di incremento urbano e di trasferimento di capacità di fare (know-how come
siamo abituati a dire oggi) dal Nord verso un’area rurale del Sud, che non
aveva ancora conosciuto l’industrializzazione. Sul primo punto, il riferimento
per l’approfondimento è “Città Alfa Romeo. 1939, Pomigliano d'Arco.
Quartiere e fabbrica aeronautica”, di Sergio Stenti, di cui ho accennato in un precedente articolo. Sull’altro non mancano gli approfondimenti nel libro
stesso. Il personaggio di maggior rilievo, in questa storia, è Ugo Gobbato, la cui figura di
industriale coraggioso, lungimirante e innovatore è stata ampiamente
tratteggiata.
Ampio spazio è dedicato ai prototipi di caccia a reazione
progettati da Stefanutti e realizzati dalla Aerfer, e in particolare al Sagittario 2, primo velivolo nazionale
in grado di superare il muro del suono. Anche qui fu la politica a decretare la
fine del progetto. Un po’ di tempo fa ho dedicato un articolo al tema, così
come a un altro progetto interessante della Aerfer.
Il libro documenta con precisione i diversi ruoli ricoperti
dall’aeroporto nei suoi trent’anni di vita: servì per la manutenzione di velivoli
Regia Aeronautica effettuata dall’Alfa Romeo, nel corso della Seconda guerra mondiale
fu impiegato anche dalla Luftwaffe e, successivamente, dagli anglo-americani
nel corso della loro invasione dell’Italia. Dopo la guerra servì la vicina
Aerfer, pur restando di proprietà Alfa Romeo, e fu impiegato per l’addestramento
al volo dei cadetti piloti dell’Accademia Aeronautica. I decolli e gli
atterraggi dei “North American T-6” hanno caratterizzato a lungo il panorama
del paese vesuviano.
Il libro è completato da un gran numero di fotografie,
testimonianze e riproduzione di documenti storici. Si ricollega al lavoro del
sito e della pagina Facebook “Dedicato a Pomigliano”, di cui uno degli autori è
il gestore.
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